Chiese

Nella chiesa madre di S. Bartolomeo Apostolo (1654), ricostruita nel xx secolo dopo le distruzioni delle guerre mondiali, si venera la Madonna Assunta rappresentata in una bella statua lignea, ma l’opera artisticamente più interessante è l’altare maggiore con il ciborio in legno dorato tra i più belli della regione. Si conosce la data e l’autore della doratura perché nella parte posteriore si legge: D. LAURENTIUS FAGNANUS ARCHIPT. ET DOMINICUS DE PETRO LITTERIO PROCURATOR A.D. 1699 – JOSEPH PETTI TRAE:ORATENI INNAURAVIT.

chiesa_san_bartolomeoLa chiesa è ad una sola navata. Il primo altare laterale a destra è dedicato a S. Luca che vi è rappresentato in grandezza quasi naturale (inseme al bue) nella statua che Felice Maria Calvitti fece realizzare nel 1889. Nella nicchia laterale vi è la Madonna del Carmine e nell’altare che segue la Madonna Immacolata con il serpente. A lato è S.Rocco. Sull’ultimo altare è il quadro moderno della Madonna del Rosario tra S. Domenico con il cane e S. Rita coronata di spine. Intorno tondi seicenteschi con i 15 misteri del Rosario, alcuni dei quali sono stati grossolanamente rifatti. A lato una nicchia con la statua ottocentesca di S. Giuseppe con il Bambino. Sulla parete di sinistra, invece, il primo altare è del XVII secolo ed ha colonne lignee decorate a rilievo con disegni floreali con la solita finestra sul timpano. Vi è rappresentata la scena dell’Annunciazione con vari santi e S. Margherita d’Antiochia (che protegge nei parti difficili) con il mostro che l’inghiottì.

L’altare successivo è dedicato a S. Bartolomeo Apostolo rappresentato da Leo Paglione nel 1968 nel momento in cui i carnefici cominciano scuoiarlo. Più avanti l’altare di S. Antonio e la nicchia che ospita la statua di S. Emidio Vescovo che invita a pregare Dio perché protegga dai terremoti: Invoca me in die tribolacionis. Una bella acquasantiera tiene rappresentato un pesce a rilievo nella vasca circolare che si regge su una deliziosa colonnina decorata con motivi floreali seicenteschi. Sul dado di base una incomprensibile epigrafe.

L’altra chiesa,  dedicata alla Madonna delle Grazie, è situata nella piazza moderna. E’ ad una sola navata, ma chi la costruì volle creare l’illusione che fosse a tre navate accentuando la profondità dei semipilastri che separano gli arconi dell’aula che accolgono gli altari laterali. Di particolare interesse l’altare dedicato a S. Margherita d’Antiochia non solo per la statua ottocentesca della santa, tra le più originali del Molise per la presenza del mostro che la divorò e dalla cui pancia uscì usando la croce come un bisturi, ma anche per le originali decorazioni in stucco. Mostrano in alto un ricco panneggio che fa da sfondo a due angeli a rilievo (uno regge un ombrellino da processione) che sono a lato di un Agnello sormontato da un ostensorio, da una Croce e dai simboli della Passione di Cristo. Ugualmente notevole è l’altra statua con un possente S. Antonio Abate che si vede rappresentato con un cinghiale in luogo del solito porcellino, il bastone con la campanella ed il libro fiammeggiante. Sulla doratura della base si legge che il simulacro fu realizzato nel 1891 per devozione dei coniugi Angelomaria Fagnano e Giuseppa Antonia De Francesco. Vi sono pure da una parte la statua di S. Lucia con la palma del martirio e gli occhi sul piattino e dall’altra il gruppo della Deposizione.